Giordano Bruno Guerri dialoga con Mario Brandolin
La Carta del Carnaro fu la costituzione della Reggenza italiana del Carnaro, scritta da Alceste de Ambris e rielaborata da Gabriele D’Annunzio, che la promulgò l’8 settembre 1920 a Fiume durante gli ultimi mesi dell’impresa fiumana. Anche se lo statuto non venne mai applicato, si tratta di un documento di straordinaria visionarietà basata su principi democratici e sociali che garantiva diritti civili, politici ed economici a uomini e donne, prevedeva un sistema di governo parlamentare e presidenziale, riconosceva l’autonomia delle minoranze etniche presenti nella regione, promuoveva la cooperazione economica tra le diverse comunità locali e sanciva il principio della libertà di stampa e di associazione.
GIORDANO BRUNO GUERRI è uno storico, saggista e giornalista italiano, noto studioso del XX secolo italiano, in particolare del ventennio fascista e dei rapporti fra italiani e Chiesa cattolica. Tra i suoi libri più recenti L’Antistoria degli italiani. Da Romolo a Giovanni Paolo II, uscita aggiornata nel giugno 2018. Le biografie di Ernesto Buonaiuti, Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti, Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione a Fiume (Mondadori 2019), nel quale sostiene che d’Annunzio e la sua impresa non furono fasciste.
Dall’ottobre del 2008 è presidente (e dal 2014 anche direttore generale) della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera, cui ha ridato slancio con nuove creazioni museali e l’acquisizione di opere d’arte contemporanea e di importanti documenti, portandola da 146.000 a oltre 265.000 visitatori.
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