Secondo appuntamento per Orchestra in città, il percorso concertistico e musicale che ci accompagna nel corso dell’estate udinese. Lunedì 11 luglio, alle ore 21.00, il quintetto dell’OFF presenta “Mozart: il Genio e la leggerezza” nel Chiostro della Chiesa di San Domenico.
INGRESSO LIBERO
Concerto inserito nel programma di UdinEstate e realizzato con il sostegno del Comune di Udine.
“Il più semplice è il più difficile”, dice il compositore danese Carl Nielsen. In musica, scrivere in modo semplice richiede capacità fuori dal comune. I più grandi compositori della storia concordano sulla necessità, più che di aggiungere, di togliere note e inutili virtuosismi, per arrivare infine a un’opera che esprima il suo messaggio in purezza e semplicità.
In questo senso l’opera di Mozart è davvero un esempio mirabile: pochissimi come lui sono riusciti a ricreare atmosfere con una manciata di note e materiali semplicissimi.
Ne sono un esempio i sei quartetti per archi dedicati a Haydn, “padre” spirituale del classicismo viennese, di cui quello presentato questa sera è l’ultimo. Il curioso sottotitolo “Le dissonanze” non è di Mozart, ma venne attribuito al quartetto successivamente, in riferimento all’introduzione lenta del primo movimento, che contiene alcune incredibili arditezze armoniche. Il quartetto sembra inizialmente contraddittorio e misterioso, finché le varie ricerche melodiche degli strumenti conducono con sorprendente semplicità al tema principale, che brilla per la sua linearità. Proprio la sapiente fusione di complessità e leggerezza rende questo quartetto uno dei più belli dell’intera produzione mozartiana.
Il Quintetto per clarinetto e archi è una delle più felici realizzazioni cameristiche per un organico che conoscerà, in futuro, grandissima fama. Mozart è in questo senso un precursore, poiché sceglie uno strumento, il clarinetto, utilizzato da pochi decenni e quindi ancora privo di una letteratura significativa. Il dialogo che Mozart crea tra archi e clarinetto è calibrato in maniera sapiente: il quartetto d’archi spesso lavora in autonomia, creando un tappeto sonoro per le evoluzioni dello strumento a fiato. Tuttavia non si tratta di un concerto ma di musica da camera, e infatti a queste zone “solistiche” si contrappongono sezioni in cui tutti e cinque gli strumenti dialogano alla pari, creando un tessuto imprevedibile e ricco.
W.A. Mozart, Quartetto n. 19 “Le dissonanze” K 465
W.A. Mozart, Quintetto per clarinetto e archi in La maggiore K 581
Violino I
Valentina Pacini
Violino II
Alessio Venier
Viola
Federica Tirelli
Violoncello
Anna Molaro
Clarinetto
Francesco Cristante